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Editoriali
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Questa democrazia malata è in grave perdita di consensi: perde Letta un alleato (i 5 Stelle) che fu a suo tempo prezioso (altro che “campo largo”!), perde il centrosinistra che vede profilarsi una vittoria del centrodestra, perde, infine, anche quest’ultimo che, tutt’ora diviso, sarà costretto a confrontarsi con un Paese dissestato e stufo di equilibrismi che la gente non capisce. Ma è soprattutto il nostro Paese a perdere la faccia, costringendo l’unico leader di statura internazionale di cui dispone a uscire di scena. È proprio vero, nemo propheta in patria …
La sentenza del Tribunale civile di Roma, Giudice Goggi, del 4 luglio scorso, con cui ha statuito la piena validità dell’Assemblea dell’Ergife del 26 febbraio 2017, in seno alla quale si è avviato il regolare iter procedurale, conforme a statuto, per la riorganizzazione e la ripresa dell’azione politica della Democrazia Cristiana, fra i tanti importanti riverberi, riporta doverosamente in auge, tutta la vecchia questione del simbolo. Ora per risolvere la questione c’è solo una strada: un’azione giudiziaria di rivendicazione del simbolo, con una concomitante procedura di urgenza per interdire l’uso del simbolo al partito che fino ad oggi se ne è fregiato senza averne mai avuto la legittima titolarità.
La Direzione nazionale della D.C., riunita a Roma il 21 luglio 2022, ha preso in esame la situazione politica determinatasi a seguito delle dimissioni del Presidente del Consiglio Prof. Mario Draghi. La D.C, in coerenza con la sua migliore storia, si riconosce pienamente, nella scelta euro atlantica e nell'impegno ad affrontare rigorosamente ed efficacemente l'attuazione dei programmi finalizzati allo sviluppo economico del Paese, nonché a dar corpo, d'intesa con le forze sociali, ai necessari provvedimenti di tutela e incremento dei redditi dei cittadini e di lotta alle disuguaglianze.
Grande giorno per l'ottenimento della vittoria nella nota causa in oggetto definita con sentenza pubblicata il 4 luglio 2022 (cfr. sentenza allegata). Sperando che l’infinito contenzioso che ha caratterizzato la lunga stagione della diaspora, almeno per questi contendenti, sia finalmente concluso. Se è interesse far decorrere il termine breve per l'appello (30 gg) occorrerà procedere alla notifica della sentenza ai legali costituiti delle controparti, altrimenti la sentenza passerà in giudicato entro 6 mesi oltre sospensione feriale (30 giorni).
Il dramma lungamente atteso, dopo ore di noia degli spettatori, è arrivato alla fine. Poche lacrime, molti improperi, le accuse reciproche di tradimento si sprecano Un copione inevitabile. La scissione di 5Stelle era inevitabile da tempo. Neppure l’Elevato, il Santone, il supremo garante, è riuscito ad evitarla. Il Movimento è morto proprio per la mancanza di un’ideologia. La filosofia del vaffa, dell’uno vale uno, del secondo mandato, della piattaforma Rousseau (andata in soffitta), e delle altre infinite stupidaggini che ci sono state ammannite e hanno caratterizzato questo movimento e illuso gli elettori, si sono dimostrate effimere. Al tocco fatale del potere, quello vero, delle nomine, degli affari, delle decisioni necessarie e serie, tutto è svanito. Altro che storia e tradizioni dell’origine!
Lo scorso 24 giugno 2022 ha avuto luogo l'Ufficio Politico della DC. Il segretario Nazionale, dott. Renato Grassi ha proposto una relazione introduttiva, che pubblichiamo. I risultati delle elezioni amministrative registrano una maggioranza azzoppata mentre il Paese entra in una fase complessa. Cala il consenso della Lega e dei 5 stelle, cresce l'elettorato di Fratelli D'Italia e in parte del P.D. L'economia soffre per l'aumento dei prezzi dell'energia e della inflazione con le inevitabili conseguenze sul sistema produttivo e sulle fasce più deboli.
Leggo con interesse le note che insistentemente si susseguono con l’intento di auspicare un centro. Non ho alcuna difficoltà ad ammettere che la quaestio sia urgente e abbia un forte fascino. Ma le obiezioni sono molte. Una per tutte: E’ inutile proporre una casa nuova da inventare a chi una casa ce l’ha: parva sed apta mihi. E vorrei chiedere sommessamente a tutti coloro che nella casa della DC vi hanno abitato, hanno fatto carriera, e forse fortuna, di far ritorno a casa lasciando fuori dall’uscio primogeniture, pretese di comando, aspirazioni di prestigio.
Sul Corriere della Sera di ieri, vi è una intervista all'on.le Carelli, attualmente nelle file di Coraggio Italia, già ex Cinque Stelle. Ancor più incomprensibile, che Egli indichi un altro dei campioni del trasformismo come possibile federatore della DC. In tal senso è sembrato acconciarsi nel rispondere alla domanda: "State candidando Di Maio a leader di una nuova DC "? Risposta: E perché no? Parliamone”. Una intervista surreale che rivela, ancora una volta, che il Corriere ha perso il fiuto del giornale di un tempo.
A conclusione della campagna elettorale per le amministrative, la Segreteria Nazionale della Democrazia Cristiana desidera ringraziare gli elettori, gli iscritti, i candidati, i dirigenti del Partito e in particolare il Commissario Regionale della Sicilia Totò Cuffaro per l'impegno profuso a sostegno di un progetto politico di rinnovamento e di rilancio programmatico e gestionale degli Enti locali siciliani. Al di la dei risultati numerici, il risultato raggiunto in Sicilia è una positiva premessa del percorso riorganizzativo e del progetto elettorale e politico che la D.C .intende proporre e perseguire nelle prossime competizioni regionali e nazionali.
Antonio Bisaglia, che di politica se ne intendeva, insegnò a noi giovani iscritti della DC polesana che la politica, in uno stato democratico, è lo strumento attraverso cui, in un determinato contesto storico e con il consenso, si realizza il punto di equilibrio tra interessi e valori. Tra gli interessi non esistono solo quelli generali, ma non vanno dimenticati o pregiudizialmente nascosti quelli “particulari” dei diversi attori politici, tanto degli interpreti principali quanto delle semplici comparse della scena politica nazionale e locale. Sono proprio questi interessi personali che sembra ostacolino l’avvio della ricomposizione al centro di un partito o di una federazione di partiti ...