IL POPOLO

Editoriali

La DC inizia dal primo aprile 2023, con Cuneo e Trento, le assemblee provinciali per l’elezione dei delegati al XX^ Congresso Nazionale del partito. Il tema del Congresso è LA DC CON I POPOLARI EUROPEI PER UN’EUROPA PROTAGONISTA DI PACE, SOLIDARIETA’ E SVILUPPO. Un tema attuale ed impegnativo che rappresenta in modo efficace la tradizione del Partito e l’attenzione alle sfide immediate, anche in preparazione delle elezioni europee del prossimo anno. La chiamata di tutti i soci della Dc, a eleggere il nuovo gruppo dirigente nazionale, rappresenta in modo evidente la vocazione popolare di Partito che ascolta e fa scegliere i propri iscritti.
Una preliminare constatazione: la DC, che fu di De Gasperi e Sturzo, sta ritrovando un nuovo risveglio, dopo oltre venticinque anni di assenza dalla vita politica attiva. Essa non è, e non vuole essere, l’espressione di un nuovismo, ma vuole ricondursi, pur calata nelle realtà odierne, in piena continuità, alle radici ed al florilegio di ideali, di valori e di metodi che ne caratterizzarono la cinquantennale esperienza. In un orizzonte sempre più ampio guardiamo con rinnovata attenzione al mondo cattolico, oggi più che mai in fermento.
In questi giorni vi sono forze politiche, gran parte della sinistra, che hanno organizzato manifestazioni e condotto campagne sulle testate giornalistiche e radiotelevisive per denunciare la discriminazione ai danni di bambini ai quali non sarebbero riconosciuti i normali diritti come agli altri solo perché a chiederne la registrazione anagrafica sono coppie omosessuali. Ogni volta che viene chiesto ai partecipanti a tale campagna quali sarebbero i diritti che sarebbero negati dalla non registrazione come figli di due papà o di due mamme la risposta manca.
Sono quasi vent’anni che esiste la questione emigranti. Si sono succeduti decine di governi; al governo sono andati praticamente tutti i partiti, anche quelli estinti, ognuno carico di critiche quando stava all’opposizione. Nessuno ha fatto niente. Ancora oggi si sentono gli stessi slogan triti e ritriti: i migranti economici sono diversi dai migranti illegali, bisogna aiutarli in loco, occorre fermare gli scafisti, siamo il buco nero del Mediterraneo, le ONG (secondo il colore di chi ne parla) sono delinquenti in barca o salvatori dell’umanità sofferente, dobbiamo accoglierli tutti, occorre chiudere i porti, vanno respinti a casa loro, facciamo un blocco navale (ma se uno lo viola bisogna sparare. ne siamo convinti?), bisogna fare i rimpatri, è un problema europeo e consimili sciocchezze, tra le quali, primaria, emerge che si tratta di una questione emergenziale. Perbacco! Dopo quasi vent’anni, siamo ancora all’emergenza!
Ettore Bonalberti, con Pubblio Fiori, Mario Tassone, Vitaliano Gemelli ed altri che non ho il piacere di conoscere (o di ricordare e me ne scuso), di fronte alle difficoltà di ricomporre la diaspora democratico cristiana e popolare, hanno lanciato una nuova iniziativa per saltare gli ostacoli. La base è un documento programmatico che espone contenuti propri delle forze politiche di tradizione democratico-cristiana-popolare, che ha come caratteristica tipica l’ispirazione alla dottrina sociale cristiana nella sua integralità.
Gli organi di stampa informano che ''E' stata raggiunta un'intesa con Lorenzo Cesa e Antonio De Poli, per riunificare i due partiti democristiani del centrodestra", l'Udc e 'Verde è Popolare', dice Rotondi. Ci sarà dunque una neo formazione politica di stampo centrista con un nuovo simbolo? ''L'ipotesi più gettonata - replica Rotondi - è riassumere la denominazione Democrazia cristiana in modo da coinvolgere anche i numerosi partiti che negli ultimi anni hanno provato a riattivare la Dc storica". Il Segretario Nazionale della Democrazia Cristiana ha così commentato.
La decisione quasi unanime del Consiglio Nazionale della DC del 1994 di chiudere l’esperienza del partito per aprire un partito nuovo, il Partito Popolare Italiano, che assorbiva in parte la classe dirigente della DC che lo desiderava, aveva cambiato il quadro politico. Pareva ripetersi in direzione opposta quanto verificatosi con la nascita della DC nel 1943, che aveva assorbito una parte del PPI fondato nel 1919 da don Luigi Sturzo ed altre otto persone e che aveva cessato l’attività nel 1926, ma con Popolari che intendevano ricostituirlo dopo la parentesi fascista.
Il giorno 23 del mese di febbraio dell'anno 2023 si è riunito in seconda convocazione presso l'auditorium di Piazza in Lucina in Roma il Consiglio Nazionale della Demcorazia Cristiana convocato dal Presidente sen. Renzo Giubert. Dopo i saluti di rito, ha preso la parola il Segretario politico nazionale dott. Renato Grassi che ha proposto una articolata relazione suffermandosi su alcuni temi: gli adempimenti e le proposte programmatiche in preparazione del Congresso nazionale del Partito e una riflessione sulle recenti elezioni in Lombardia e nel Lazio.
Ha avuto luogo a Roma, presso l'Istituto Sturzo il giorno 15 febbraio 2023 su invito del Bureau dell'Internazionale Democristiana l'incontro dei rappresentanti dei partiti e delle associazioni che si ispirano ai valori e agli ideali della Democrazia Cristiana. Alla luce dello scenario politico italiano ed europeo i convenuti hanno esaminato l'ipotesi di un comune percorso politico ed elettorale per la costituzione di una formazione partitica unitaria. La nuova formazione politica ipotizzata avrà la denominazione "Democrazia Cristiana" e il simbolo "scudo Crociato su sfondo blu con la scritta Libertàs" e si articolerà su una struttura democratica, plurale e aperta ai processi evolutivi di una società in continua trasformazione.
La netta vittoria della coalizione di centrodestra a guida meloniana e la totale debacle di tutta l’area delle forze di centrosinistra, mentre ci impongono, ovviamente non in questa sede, il cui focus è altro, una seria e profonda riflessione su due degli aspetti più eclatanti di questa competizione elettorale, che ha riguardato il rinnovo dei consigli regionali di Lazio e Lombardia e i rispettivi governatori, ossia la totale assenza di progetti credibili e l’incontenibile ostilità tra le forze dell’attuale opposizione, e l’abissale disaffezione dell’elettorato, giunto ad una percentuale di astensione di oltre il 60 per cento, rende, quanto mai urgente, l’avvio di un processo di ricomposizione dell’area popolare, cattolico democratica e sociale come risposta credibile al vuoto di idee e progetti e alla ulteriore accentuazione della polarizzazione delle forze politiche in campo.