IL POPOLO

Editoriali

Da molte parti si tenta di costruire il centro nuovo della politica italiana. Iniziative encomiabili che cozzano contro la dura realtà di una legge elettorale di tipo maggioritario che, dal mattarellum in poi (porcellum, rosatellum), costringe partiti ed elettori a scegliere: a destra o a sinistra. Per i primi, i partiti, considerato che per i parlamentari è molto più semplice e gratuito ridursi al ruolo di pecore al guinzaglio del capo pastore di partito, senza obblighi di ricerca e mantenimento del consenso tra gli elettori; per i secondi, gli elettori, spinti da pulsioni di tipo ideologico o ridotti al ruolo di renitenti al voto.
Per quasi tredici anni mi sono illuso di poter dare pratica attuazione alla sentenza della Cassazione n.25999 del 23.12.2010 secondo cui la DC non è mai stata giuridicamente sciolta, contribuendo all’elezione di Gianni Fontana prima e di Renato Grassi poi, alla segreteria nazionale del partito, grazie all’auto convocazione del consiglio nazionale storico. E’ prevalsa la logica della diaspora, col triste risultato di contare una decina di sedicenti democrazie cristiane tutte impegnate a farsi la guerra nei media e in tribunale.
Piove. In autunno oppure all’inizio dell’inverno non è un fatto strano. Piove. Non dipende da nessuno. È un fenomeno naturale. Anzi, talvolta, l’invochiamo noi la pioggia. È utile, bagna la terra, aiuta le piante a crescere, rafforza i bacini e i laghi, ingrossa i fiumi, pulisce l’aria e rinfresca, dopo la calura dell’estate. Piove, ma per noi non è un miracolo naturale, è un disastro. Quando non piove, c’è la siccità. Quando piove, c’è l’alluvione. Non c’è via di mezzo. O morti di caldo o morti affogati. Come l’uomo preistorico, mica è cambiato molto, attonito e impreparato davanti alle catastrofi naturali che, tra l’altro, oggi sono pure prevedibili.
I grandi uomini finiscono sempre in galera, magari per poco. Toccò a Mazzini, toccò a Stalin, toccò a Pertini, toccò a Guareschi, forse toccherà a Salvini, ma questo non ne farà un grande uomo. La requisitoria del giudice di Palermo che ha chiesto sei anni di detenzione per Salvini per vari motivi, tra i quali preminente l’aver bloccato i profughi sulla nave della Open Arms per decine di giorni, è un fatto sul quale non mi pronuncio. Dovrei conoscere gli atti del processo.
Sono in atto diversi tentativi di ricomposizione politica dell’area cattolica: democratica, liberale e cristiano sociale, tra i quali, uno dei più attivi è quello avviato dagli amici di Iniziativa Popolare con il tavolo di confronto che, da tempo, sta tentando di trovare la strada più efficace ed efficiente per raggiungere l’obiettivo. Riunioni a frequenze ravvicinate che, tuttavia, non hanno ancora sortito l’effetto sperato. Restano ferme le posizioni tra chi continua a volgere lo sguardo a sinistra e altri, a partire dalla DC di Cuffaro, ben orientati a sostegno della destra.
Da che mondo è mondo, gli uomini maturi e di successo si accoppiano con belle donne giovani e rampanti. Per gli uomini, il successo e il potere, contano più dell’intelligenza e della bellezza. Per le donne, accade il contrario. Se è bella e sveglia e se ha il pelo sullo stomaco, ciò che desidera le viene facile, grazie alla dabbenaggine degli uomini. La vicenda di un uomo irretito da una bella creatura non ha nulla di straordinario. Fa parte del paesaggio. Che poi una donna possa essere la rovina di un uomo è altrettanto possibile. Di esempi ne abbiamo a bizzeffe. Il maschio è fragile e vanesio, la donna astuta e concreta.
«Metta da parte i guantoni, serve gentilezza», così Maria Rosaria Boccia risponde a Giorgia Meloni dopo i commenti della premier sul caso Sangiuliano. E’ la richiesta di un break o l’annuncio di una ripresa del combattimento a un diverso livello? Sembrava che, con le dimissioni del ministro Sangiuliano, la stucchevole vicenda fosse finita e, invece, continua questa storia ricca di imbrogli e di sorprese, ahinoi, alimentata dalle improvvide sortite della premier Meloni che continua a riferirsi alla dr.ssa Boccia, come a “ questa signora”, favorendo le immediate repliche puntute dell’interessata, che sembra annunciare altre sorprendenti rivelazioni.
Si potrebbe ricorrere all’aforisma di Flaiano del titolo, per descrivere la situazione della politica italiana, con speciale riguardo al governo di centro destra. Contraddittoria la vulgata sullo stato dell’economia e del mondo del lavoro. con la presidente del consiglio che dichiara: “mai così tanti occupati dai tempi di Garibaldi”, nel giorno stesso in cui Eurostat evidenzia come il reddito disponibile delle famiglie italiane sia in calo dal 2023 rispetto nell’UE dove sale. Il carovita si fa sentire in tutte le famiglie del ceto medio e delle classi popolari, con casa, bollette e trasporti che incidono pesantemente nei bilanci familiari, trattandosi di spese, che del budget disponibile sono obbligate con inevitabile riduzione alla propensione al risparmio e ai consumi.
Il direttivo di Iniziativa Popolare riunitosi ieri ha diffuso il comunicato che si allega. Viene confermata la volontà di concorrere alla ricomposizione politica dell’area cattolica con l’appello ad altre formazioni partitiche per costruire liste unitarie di centro alle prossime elezioni regionali. Motori di tale progetto saranno i comitati provinciali e di collegio di partecipazione democratica e popolare, luoghi di dialogo e confronto con le diverse realtà culturali, sociali e politico organizzative presenti nei territori, nei quali analizzare con metodo democratico i problemi e i bisogni dei cittadini per condividere programmi in grado di corrispondere alle attese della gente, ispirati dai valori della dottrina sociale cristiana e del popolarismo.
In un consiglio nazionale della DC riunitosi poco tempo dopo la riunificazione della Germania (3 Ottobre 1990), Giulio Andreotti fece un discorso, a noi giovani apparso un po' “disallineato”, di cui, all’uscita a Piazzale Sturzo gli chiedemmo spiegazione. Con il suo consueto garbo e ironia ci disse: “amo tanto la Germania che preferisco avere a che farne con due”. Il nostro grande leader aveva la vista lunga e, onestamente, dopo il voto in Turingia e in Sassonia, con lo tsunami del voto alla destra Alternativa per la Germania (AfD), ci dovremmo ricordare di quella sua illuminante predizione.