IL POPOLO

Editoriali

In un consiglio nazionale della DC riunitosi poco tempo dopo la riunificazione della Germania (3 Ottobre 1990), Giulio Andreotti fece un discorso, a noi giovani apparso un po' “disallineato”, di cui, all’uscita a Piazzale Sturzo gli chiedemmo spiegazione. Con il suo consueto garbo e ironia ci disse: “amo tanto la Germania che preferisco avere a che farne con due”. Il nostro grande leader aveva la vista lunga e, onestamente, dopo il voto in Turingia e in Sassonia, con lo tsunami del voto alla destra Alternativa per la Germania (AfD), ci dovremmo ricordare di quella sua illuminante predizione.
Iniziativa Popolare è un movimento avviato da alcuni esponenti DC e Popolari (Tassone, Gemelli, Scilipoti, Bonalberti, Tucciariello con il compianto Publio Fiori) che ha affidato a due giovani: Mattia Orioli, marchigiano e Roberta Ruga, veneziana, il coordinamento di questa nuova realtà che si propone di favorire la ricomposizione politica dell’area dei DC e Popolari italiani. Movimento allo “statu nascenti”, Iniziativa Popolare ha attivato un Comitato di coordinamento con altre realtà partitiche e associative (DC di Cuffaro, Unione Cristiana, Nuovo CDU, Rinascita Popolare, Piattaforma 2024, Tempi Nuovi e altri) avente proprio l’obiettivo della ricomposizione politica dei DC e Popolari. I principi fondanti del comitato, si saldano nell’identità e secondo la storia, la tradizione, e l’esperienza del PPI (Partito Popolare Italiano) e della DC (Democrazia Cristiana), quali formazioni laiche di ispirazione Cristiana e democratico popolari ben radicate nella storia italiana.
Abbiamo assistito alle celebrazioni plurime di De Gasperi a 70 anni dalla sua morte. Ci hanno favorevolmente colpito i diversi articoli pubblicati su Il Popolo e su il Domani d’Italia, scritti da persone della nostra area culturale, sociale e politica, con dovizia di riferimenti etico politici, così come abbiamo condiviso quanto scrive oggi su” l’Identità”, l’on. Carlo Giovanardi a proposito di “ tutti degasperiani con omissione di ricordo”.
Nel primo fascismo, o protofascismo come lo definisce Mimmo Franzinelli, ecco il protosquadrismo, responsabile degli scontri che perturbano Milano nel 1919. Intanto nel Polesine, che diventa un laboratorio del socialismo riformista e dello squadrismo agrario, spicca il ruolo di Giacomo Matteotti, che il fiduciario del Fascio di Rovigo dipinge come il gaudente o il milionario travestito e il settimanale cattolico di Adria definisce socialista impellicciato (epiteto che sorprende l’amico Cristian De Massari, tanto che non gli par vero). Per il “Popolo d’Italia” lui è il bolscevico milionario, per il “Corriere del Polesine” il deputato palanca. Ancora un anno dopo il delitto, i “fascisti estremisti” di Firenze (come ebbero a presentarsi) insisteranno nel definirlo quale “socialista milionario, neutralista e disfattista”, in contrapposizione alla figura di Amerigo Dumini, invece “mutilato, decorato al valore” e “squadrista di tutte le nostre travolgenti azioni”.
Sono molte le voci che chiedono, specie dopo la 50^ settimana sociale dei cattolici svoltasi a Trieste (3-7 Luglio 2024), l’avvio della ricomposizione politica dell’area cattolica italiana. Il movimento di Iniziative Popolare, da diverso tempo sta lavorando alla ricomposizione dell’area Popolare Democratico Cristiana, e sul punto ha promosso il cd. “Tavolo d’incontro” nato tra le varie forze politiche e personalità che si rifanno alla stessa comune storia, cultura e radice politica, che insieme ed uniti sono animati dalla comune volontà di difendere, conservare e ridare forza e vita alla propria area politica che dopo il 1993-94, la dolorosa diaspora, non è più riuscita a ricompattasti e dare, con lo spirito di pluralità e autentica ispirazione cristiana, una politica vera, popolare, democratica e risolutiva al paese.
La divaricazione netta in politica estera tra il ministro vicepresidente del consiglio Taiani e il ministro vicepresidente Salvini, unita alle posizioni ondivaghe della Meloni, sino a quando potrà durare? Nella prima repubblica, una situazione come quella verificatasi nel recente voto per la presidenza dell’UE avrebbe causato l’immediata crisi di governo.
Con la riconferma di Ursula Von der Leyen alla guida dell’Unione europea e la formazione di una maggioranza PPE-PSE-Liberali-Verdi, con il voto contrario dei conservatori della premier Meloni, del M5S e delle destre estreme europee, anche nel nostro Paese si potranno verificare svolte nella politica e negli assetti dei partiti. In Europa si è confermata la leadership dei Popolari, una formazione politica erede degli ideali di De Gasperi, citato nell’intervento della Von der Leyen, Adenauer, Monnet e Schuman, alla quale fanno riferimento non solo Forza Italia, giunta a quella scelta per l’intelligente intuizione sollecitata a Berlusconi ...
Conclusa la 50^ Settimana sociale dei cattolici italiani svoltasi a Trieste (3-7 Luglio 2024), serve riflettere sulle principali indicazioni emerse, da intendersi come stimoli per un nuovo avvio dell’impegno dei cattolici italiani sul piano etico, culturale, sociale e politico. La nascita della “Rete di Trieste degli amministratori” e “ La Lettera delle associazioni al Paese”, il documento dei diversi movimenti (Ac, Acli, Agesci, Sant’Egidio, Rinnovamento, Focolari, Movimento cristiani lavoratori, Comunione e liberazione) della variegata realtà socioculturale cattolica italiana, costituiscono due elementi interessanti da cui ripartire, in preparazione dell’auspicata Camaldoli 2.0, momento di confronto e di condivisione della nuova proposta politico programmatica ispirata dai valori della dottrina sociale cristiana.
Le tre riforme programmate dal governo di centro destra sono già in corso d’opera e, questa volta, non possiamo disertare il campo. Riforma dell’autonomia differenziata, già legge promulgata e in corso di pubblicazione, quella sul premierato, che ha superato il primo voto al Senato e quella sulla Giustizia, pronta sulla rampa di lancio, sono tre obiettivi sui quali noi cattolici democratici, liberali e cristiano sociali dobbiamo verificare il nostro stato dell’arte e. soprattutto, la volontà del nostro impegno.
Le trattative per il nuovo governo dell’Unione sono ancora in alto mare. Tutti giurano sull’europeismo, tutti sono convinti che bisogna cambiare, tutti riconoscono che le elezioni europee hanno portato una ventata di novità ma, poi, le cose stanno così: la von der Leyen resta al suo posto, la coalizione che la sosteneva (popolari, liberali, socialisti e verdi), continua a sostenerla, la maltese Metsola resta al Parlamento europeo, un Portoghese dovrebbe andare alla politica estera (tanto non può far danno perché politica estera non ce n’è) e, per il resto, si discute. La questione sembra chiusa ma non è così. In Parlamento questa soluzione non avrebbe vita lunga. Ecco perché si continua a negoziare. Nulla di nuovo, quindi, a fronte di tante dichiarazioni.