di Ettore Bonalberti

 

Ho seguito sin dal suo sorgere la Lega nella sua originaria impostazione autonomistica, tanto nella versione veneta che in quella lombardo-piemontese. Ne ho fatto oggetto di un’indagine approfondita nel mio ultimo libro: Futuro Democristiano? Federalismo o Stato regionale?-Dal “ Veneto Bianco” al dominio della Lega- Il ruolo dei DC e Popolari, nel quale percorro il lungo processo di confronto- scontro tra le idee federaliste della Lega e quelle autonomistiche della Democrazia Cristiana.

So che (per aver coordinato la commissione di studio che con Bisaglia e Melotto indicemmo per approfondire le ragioni della nascita e insediamento leghista, soprattutto nella fascia pedemontana veneta)  molta parte del sostegno al partito dei Tramarin e Rocchetta, veniva da molti elettori ed elettrici già democratico cristiani, convinti dalle tesi dei cantori di “Roma ladrona”.

Ho assistito ai primi comizi veneti di Umberto Bossi , dopo che la Lega veneta aveva subito il netto condizionamento, sino all’assorbimento nella sua consorella lombarda, dopo il sacrificio di alcuni dei suoi principali esponenti, tra i quali il veronese, Comencini, per affermare la netta scelta antifascista pubblicamente dichiarata dal Senatur di Cassano Magnago.

Ecco perché sono rimasto basito, da un lato, dalle dichiarazioni del generale Vannacci a proposito della X MAS, indicata come materia di studio obbligatorio nelle scuole, ma, soprattutto, da quello striscione inverecondo che richiamava l’appello ai “ Liberi e Forti”, ossia all’indicazione sturziana fondamentale per l’avvio dell’esperienza politica dei Popolari, cui si richiama tutta la  storia culturale e politica dei democratici cristiani, da Alcide De Gasperi sino ai nostri giorni.

Ecco perché ho evidenziato in una noterella delle mie quotidiane, come a Pontida quest’anno si sia passati da Bossi a Vannacci, dall’antifascismo della Lega primigenia all’esaltazione della X MAS. Ancor di più sono rimasto indignato per quell’appello ai “ Liberi e Forti” del tutto non ascrivibile né ai fondamentali d’origine leghisti, né tanto meno all’attuale configurazione politico culturale della Lega.

Confondere il messaggio alto e nobile di don Luigi Sturzo ai Popolari italiani, che si resero immediatamente ostili al fascismo già strisciante del 1919, e poi irrimediabilmente ad esso alternativi, dopo la famigerata legge Acerbo con qui Mussolini assunse il pieno controllo del parlamento italiano, con quanto oggi Salvini sostiene nel e con il governo Meloni, è inaccettabile non solo per noi DC e Popolari, ma per ogni democratico che abbia a cuore e intenda restare fedele alla Costituzione repubblicana.

Viviamo una triste stagione, avviata, come scrive l’amico Mario Tassone, al tempo della rivoluzione antidemocratica degli anni’90, che sembra precedere un cambiamento di tipo istituzionale contro il quale servirà il massimo di unità di tutte le forze democratiche italiane.

Il trittico della destra: premierato, autonomia differenziata e separazione delle carriere nella magistratura, costituisce uno stravolgimento del nostro sistema costituzionale che solo un’assemblea costituente, eletta con metodo proporzionale, potrebbe approvare.

Sul premierato, ci troviamo dinnanzi ad un unicum a livello internazionale, destinato ad attribuire pieni poteri senza controllo, all’esecutivo. Con l’autonomia differenziata, a realizzare una divisione tra le due Italie incompatibile con il dettato costituzionale; con la separazione della carriere, al di là di soddisfare l’antico sogno berlusconiano, si potrà anche garantire un giudice “ più terzo”, ma sicuramente si determinerà un assoggettamento diretto dei PM al potere esecutivo, nonostante l’obbligatorietà dell’azione penale, sul modello di quanto sta facendo, passo dopo passo, Trump negli Stati Uniti, sempre più alla deriva come modello di democrazia liberale e destinati a un’involuzione di tipo autoritario di quel grande Stato.

Già il rosatellum assomiglia a una sorta di piccola legge Acerbo, se, come ho osservato altre volte, ha permesso, come nel settembre del 2022, a una maggioranza di una minoranza di elettori, come quella della destra di assumere tutto il potere e il pieno controllo del parlamento. Se ad esso, aggiungiamo le tre “ controriforme” meloniane citate, il passaggio a un cambiamento reazionario di sistema sembra segnato.

È tempo, allora, che tutti noi DC e Popolari facciamo sentire la nostra voce forte e chiara, rinunciando ai vari tentativi di aggregazione a destra e a sinistra che alcuni tentano di compiere, per ricomporci politicamente a difesa dei valori costituzionali che i nostri padri fondatori seppero indicarci, insieme alle altre componenti democratiche, liberali, repubblicane e socialiste, nella Costituzione italiana.