di Ruggero Morghen
Nei giorni scorsi si è svolta a Roma, alla Domus Australia, la commemorazione del marchese Luigi Coda Nunziante di San Ferdinando, nato a Napoli nel 1930 e morto a Colognole di Collesalvetti giusto dieci anni fa. L’amico conte Massimo Paltrinieri non lo ha mai sentito nominare, Roberto de Mattei sì e ricorda che Luigi Coda Nunziante apparteneva per nascita ed educazione alla classe dei soldati. Era entrato nel 1948 nell’Accademia navale di Livorno, uscendone nel novembre 1952 come guardiamarina. Fu quindi pilota militare di portaerei e per vari anni prestò servizio nei Gruppi Antisom di Catania e Napoli.
Dopo il matrimonio con la contessa Gabriella Spalletti Trivelli lasciò la Marina con il grado di capitano di fregata, conservando il titolo di comandante. Non abbandonò però la sua vocazione di soldato, ma la trasferì nella battaglia politica. In tale veste, ma indirettamente, lo conobbe il conte Enzo Modulo Morosini. “Egli andava comprendendo – commenta ancora de Mattei - che non è la politica, e tanto meno l’economia a determinare la realtà, ma sono le idee e prima ancora le profonde tendenze morali degli uomini”.
Nel 1987 il marchese fondò l’associazione Famiglia Domani per a contrastare la degradazione etica con i mezzi moderni della comunicazione, in particolare il mailing. Trent’anni di iniziative pubbliche attestano il suo impegno culturale e morale, spesso in collaborazione con il Centro culturale Lepanto.
Sulla scia del successo del convegno internazionale sulla nobiltà, svoltosi nel 1993 a Palazzo Pallavicini in occasione della pubblicazione dell’opera del prof. Plinio Corrêa e Oliveira, Nobiltà ed élites analoghe tradizionali nelle allocuzioni di Pio XII, Coda Nunziante fondò l’associazione internazionale Noblesse et Tradition, presieduta dalla principessa Pallavicini. Nel 2005 partecipò quindi alla nascita della rivista Radici Cristiane, del cui Consiglio di amministrazione fu presidente fino alla morte.
Dal 2011 fu tra i promotori della Marcia nazionale per la Vita, percorrendone nelle prime edizioni il tragitto a fianco del cardinale Raymond Burke. L’evento, sotto la guida della figlia Virginia, diverrà la più importante manifestazione pro-life in Europa. Nel 2013, inoltre, Famiglia Domani fu la prima associazione in Italia a scendere in campo contro la teoria del Gender, organizzando un grande convegno a Verona con il vescovo, il sindaco e centinaia di partecipanti.
Coda Nunziante fu anche barelliere a Lourdes, servendo i malati, e pellegrino lungo le strade che conducono al Divino Amore, al Santuario della Madonna del Buon Consiglio di Genazzano, al Santuario di Oropa. Nutriva per la Madonna una grandissima devozione, che si esprimeva nel rosario quotidiano e nella consacrazione alla Vergine secondo il metodo di san Luigi Maria Grignion di Montfort. Credette fermamente nel trionfo finale del Cuore Immacolato di Maria, al termine di un’epoca di crisi e anche di castighi. Lo studio approfondito del messaggio di Fatima assorbì gli ultimi anni della sua vita.
“Malgrado i suoi ottantacinque anni e la salute che declinava – qui lo storico de Mattei si rivela anche poeta - il marchese Coda Nunziante era il combattente di sempre, con il portamento eretto e fiero, come si addice a un militare, il tratto sempre affabile e signorile, gli occhi chiari che riflettevano l’allegria del mare di Napoli, ma anche la severità dei monti del Biellese da cui provenivano gli antenati paterni”. Quando si parla di nobili, Roberto de Mattei appare particolarmente ispirato. E infatti chiude il suo ritratto del marchese con queste parole: “Ufficiale di Marina, uomo politico, difensore della civiltà cristiana, cattolico esemplare e perfetto gentiluomo, egli combatté sempre la buona battaglia con lo stesso coraggio e senso del dovere che aveva appreso tra le onde del mare e sotto le insegne della sua uniforme”.