Come ogni partito, anche il Partito Popolari per il Veneto si riferisce ad alcune aree culturali privilegiate.

Come il nome già dichiara, il riferimento generale è ai Popolari Europei, ma questo non basta se non si entra meglio nei riferimenti della storia veneta. Come abbiamo spesso dichiarato, l’analisi della storia recente ci permette di dichiarare due punti di partenza:

  • la generale millenaria storia veneta, sono uno sfondo per noi innegabile, ma poi
  • la storia più recente ci induce a rifiutare in blocco i partiti nazionali italiani, nessuno dei quali oggi può rispondere in pieno alle aspettative della nostra popolazione.

Per motivi diversi sia i partiti della sinistra, che quelli che negli ultimi decenni hanno partecipato al governo della regione hanno ormai dimostrato la loro incapacità di contrastare la evidente sudditanza del Veneto a Milano e a Roma.

La causa principale di questa colonizzazione subita è stato probabilmente il sistema maggioritario che ha ormai totalmente espropriato il Veneto della sua partecipazione alle decisioni politiche che lo interessano.

Questo ci ha indotti a pensare ad un partito regionale perché altre forme organizzative, come le pur valide Liste Civiche, hanno dimostrato le loro debolezze nel lungo periodo, nonostante la energia di rappresentanza nel breve periodo e in singoli territori.

Il PPV quindi sceglie l’organizzazione principe della rappresentanza previsto dalla nostra costituzione (il partito), ma nella sua accezione regionale, ma anche nella sua disponibilità a dialogare con altri sui programmi, specie con chi ha una propensione federalista. La nostra motivazione resta che i rappresentanti dei nostri bisogni vanno scelti molto vicini al livello locale.

 

I riferimenti politico culturali.

 

Al nostro interno poi si è discusso poi sui riferimenti sociali e culturali più importanti per legittimare questa scelta. I riferimenti più forti politico-culturali di questa scelta sono almeno di tre tipi.

  • La vitalità partecipativa che nella storia veneta ha espresso il mondo cattolico,
  • le energie sociali della cultura moderata di stampo liberale,
  • la forza delle attenzioni sociali del mondo che si è riferito in passato al marxismo.

La scelta dell’interclassismo naturalmente ci induce a non privilegiare solo uno di questi riferimenti, ma di preferire un percorso più moderno ed efficace, anche se più difficile.

In un mondo comunicativo che preferisce leggere la società come liquida si ottiene sostanzialmente la omologazione degli stereotipi che tendono a liquefare le differenze, che esaltano la provvisorietà valoriale, il consumismo fine a se stesso e lo strapotere del Grande Fratello, il PPV sceglie una strada più difficile, quella che riconosce le persone e le loro differenze.

Questo metodo si fa più difficile perché la complessità necessita il confronto tra le diversità e la sintesi diventa complicata, quando si riconosce che anche chi la pensa in parte diversamente può essere un costruttore di socialità e di ricchezza.

Se si parte quindi dall’interclassismo chiaramente bisogna accettare la funzione di mediazione continua che deve svolgere un partito per valorizzare i valori condivisibili.

Mentre a Roma si sta lottando per fare prevalere la propria lobby, più o meno visibile, in Veneto noi cerchiamo la mediazione tra persone che appartengono a categorie diverse e la sintesi su obiettivi strategici basati su valori di rispetto reali della persona e delle comunità locali. Ci rendiamo conto che sarà difficile ricominciare a parlare di un Veneto fatto di donne e uomini, di imprenditori e di operai, di tecnici e di colletti bianchi, di credenti e laici, di artigiani, commercianti e agricoltori ecc. (e non più solo di voti da possedere).

Un esempio fra molti è il mezzo milione di immigrati che in Veneto si sono integrati, perché qui hanno trovato regole da rispettare, lavoro, casa, famiglia da realizzare e futuro per contribuire alla nostra società.

Ci diranno che cerchiamo consensi ovunque, ma risponderemo che questa moderazione (che riconosce le differenze) è sempre stata faticosa ma in passato ha sempre portato tantissima persone a votare per far sentire la propria volontà e i propri bisogni. Con questa logica cercheremo di collaborare con tutti coloro che hanno programmi credibili da portare avanti insieme, superando le miserie politiche a cui ci ha portato il maggioritario.

 

Uno stile di vita e di comunità

 

Vorremmo infine rivendicare una ricchezza che mettiamo a disposizione dell’Italia e dell’Europa. Il Veneto è oggi una delle poche aree manufatturiere d’Europa e questo ci permette di avere una legittimità e un orgoglio per dire che abbiamo una società e un modo di produrre ricchezza che fortunatamente ci ha da sempre permesso di superare tutte le crisi che potevano distruggerci.

A fronte di una crisi ormai mondiale e al tentativo puerile di una società egemone, gli USA, che ci definisce come parassiti, che si sta affidando ad una vera e propria dittatura della finanza, non possiamo che pensare che nel nostro piccolo noi abbiamo un modo di produrre che supera il piccolo è bello perché valorizza la capacità di produrre bene per essere bravi in molti settori.

Pochi ricordano che nell’Arsenale della Serenissima centinaia di artigiani si muovevano come un solo gruppo omogeneo e non avevano bisogno di dittatori per essere i primi della classe, ma avevano solo bisogno di appartenere ad una comunità dai valori coesi.

Il rispetto della comunità e della persona insito nel nostro interclassismo è forse interessante non solo nel Veneto, ma anche per superare il disfacimento incombente della efficienza degli stati moderni.

Questa terra è orgogliosa del fatto che nell’ultimo caso di guerra i nostri padri hanno combattuto con le armi contro la guerra ed hanno vinto 80 anni di pace.

Qui sono nati politici che hanno collaborato a salvare la pace e donne che hanno inventato la sanità uguale per tutti.

Qui in terra veneta, nel secolo XX, ben tre Pontefici sono stati eletti provenendo dalla sede patriarcale di Venezia, e qui il mondo cattolico è sempre stato vitale, dinamico e solidale.

Qui, fino a non molti anni fa, i prestiti bancari venivano concessi sentendo l’opinione del medico, del farmacista, del parroco e delle persone per bene del paese.

Oggi, ad esempio, lo stato sta distruggendo la realtà delle piccole strutture sportive, per lo più volontaristiche, che rendevano vivaci le comunità di molte parrocchie specie nei piccoli paesi. Ora tutto questo ambiente educativo e culturale è destinato a soccombere. Non tutto questo è morto nella nostra terra e il PPV vuole rinnovare questi orgogli.

Padova,23 aprile 2025