di Tommaso Stenico

 

 

Il 16 agosto, Papa Leone XIV compie i suoi primi 100 giorni di pontificato, un periodo breve ma segnato da una notevole intensità, soprattutto dalla celebrazione del Giubileo della Speranza.

Cento giorni. Un lasso di tempo breve nel calendario, ma sufficiente per percepire uno stile chiaro e definito.  

Non deve essere facile la successione a Papa Francesco e alla sua personalità travolgente, alla sua capacità di improvvisazione e audacia. Papa Leone XIV è indubbiamente un Papa differente. E non fa nulla per nasconderlo. E’ differente nella personalità, nello stile e nell'esercizio del papato. I pontefici Francesco e Leone provengono da culture religiose diverse. Il primo era figlio della tradizione gesuita, dove il superiore concentra il potere e il processo decisionale è verticistico. Il secondo, forgiato nella scuola agostiniana, con superiori più democratici e collegiali e una vita comunitaria che imprime il carattere.

Attraverso le sue omelie e i suoi discorsi, vediamo un pastore che costruisce ponti e abbatte muri, che serve anziché controllare, che accompagna anziché imporre. Come lui stesso ricordava, citando Sant'Agostino: «Per voi sono vescovo, con voi sono cristiano» (Sermone 340).

In appena tre mesi e mezzo, Leone XIV ha menzionato Maria più di cento volte e ha pronunciato la parola "amore" in innumerevoli occasioni. Non cerca titoli, ma significati. Parla di pace come via, di fraternità come metodo, di sinodalità come atteggiamento. Concepisce la Chiesa non come una struttura rigida, ma come un corpo vivo guidato dallo Spirito.

Il suo primo saluto al mondo

Uno dei momenti per cui il Santo Padre sarà ricordato è senza dubbio la sua prima benedizion aUrbi et Ortbi dalla loggia centrale della Basilica di San Pietro. Poco più di un'ora dopo la tanto attesa fumata bianca dell'8 maggio, il cardinale Robert Prevost si presentò al mondo per la prima volta come Leone XIV. Il Santo Padre ha letto con voce ferma e visibilmente commosso un discorso preparato in fretta con le idee e i messaggi scaturiti dalla sua mente e dal suo cuore poco dopo essere stato eletto dai cardinali e dallo Spirito Santo. Dai ciottoli di Piazza San Pietro, applausi e grida del suo nome si sono levati fino alla cima della basilica, facendo scoppiare in lacrime il nuovo successore di San Pietro. 

Durante il suo discorso, ci sono stati diversi momenti di particolare entusiasmo. I fedeli e i pellegrini hanno applaudito con particolare fragore quando Papa Leone ha augurato loro la pace: “La pace sia con voi! Questa è la pace di Cristo risorto, una pace disarmata, una pace disarmante, umile e perseverante, che viene da Dio, da Dio che ci ama tutti incondizionatamente”.

La visita al Santuario della Madonna del Buon Consiglio

Appena due giorni dopo la sua elezione, Papa Leone XIV fece una visita a sorpesa  al Santuario della Madonna del Buon Consiglio, situato a Genazzano, un piccolo paese a circa un'ora da Roma. Si tratta di una basilica affidata all'Ordine di Sant'Agostino fin dal XV secolo. Diverse centinaia di persone si radunarono nella piazza del santuario per accogliere Leone XIV con un “festoso ricevimento”. 

Il Pontefice è poi entrato, ha salutato i religiosi e si è soffermato in preghiera prima davanti all'altare e poi davanti all'icona della Madonna del Buon Consiglio. Lì, insieme a tutti i presenti, ha recitato la preghiera di San Giovanni Paolo II dedicata a questa devozione mariana, di grande importanza in Italia. 

La sua prima processione del Corpus Domini

Dopo la celebrazione della Santa Messa nella Solennità del Corpo e Sangue di Cristo, Corpus Domini , nella Basilica di San Giovanni in Laterano, Papa Leone XIV ha presieduto la processione del Santissimo Sacramento verso la Basilica di Santa Maria Maggiore. Il percorso di questa processione, la prima che Leone XIV fece come Papa della Chiesa cattolica, fu percorso a piedi, percorrendo circa un chilometro attraverso le strade romane che separano le due basiliche cattoliche.

Una sorpresa per i giovani

I primi 100 giorni del pontificato di Papa Leone XIV sono stati senza dubbio segnati dal Giubileo della Speranza. Uno dei momenti più straordinari è stata la sua apparizione inaspettata in Piazza San Pietro per salutare le centinaia di migliaia di partecipanti alla  Messa di benvenuto per il Giubileo dei Giovani il 29 luglio. Dopo aver visitato la piazza gremita, dove migliaia di giovani sventolavano le bandiere dei loro Paesi, il Santo Padre si è rivolto a loro dall'altare maggiore. "E oggi le vostre voci, il vostro entusiasmo, le vostre grida; tutto è per Gesù Cristo, e voi lo sentirete fino alla fine del mondo", ha detto Leone XIV.

Anche il suo arrivo in elicottero sulla spianata di Tor Vergata, dove lo attendevano più di un milione di giovani, rimarrà impresso nella memoria di quanti hanno avuto la fortuna di vivere quel grande evento.  

La visita a un giovane malato

In un gesto di vicinanza e tenerezza, Papa Leone XIV fece una visita a sopresa a Ignacio Gonzalvez, un ragazzo spagnolo di 15 anni che era stato trasportato d'urgenza all'ospedale Bambino Gesù di Roma dopo essere collassato durante il Giubileo. I suoi genitori, Pedro Pablo e Carmen Gloria, insieme ai suoi fratelli Pedro Pablo e Adela, si sono recati subito a Roma dopo aver ricevuto la notizia, accompagnando Ignacio in questo momento difficile, ma con profonda fiducia nel Signore. Nel pomeriggio di lunedì 4 agosto, secondo quanto riferito dalla Santa Sede, Papa Leone XIV si è recato personalmente nella stanza di terapia intensiva di Ignazio, dove gli è stato diagnosticato un linfoma che colpiva le vie respiratorie.

Il Santo Padre entrò in silenzio mentre la famiglia del giovane pregava ai piedi del suo letto e con semplicità si unì a loro nella preghiera. 

Il ritorno a Castel Gandolfo

Leone XIV è diventato il sedicesimo Papa a ritirarsi per alcuni giorni d'estate a Castel Gandolfo, un palazzo fortificato del XVII secolo sulle rive del lago Albano. Il 15 luglio, il Pontefice ha fatto visita alle suore Clarisse che pregano per lui ogni giorno. Dopo essere arrivato al monastero, si è soffermato in preghiera nella cappella, condividendo un momento di silenzio e contemplazione con le suore, che poi ha salutato una a una, sottolineando che "è bello che la Chiesa conosca la vostra vita, perché è una testimonianza preziosa".

Questo incontro inaspettato ha lasciato una scia di tenerezza, riflessa nei volti gioiosi e grati delle Suore di Santa Chiara, la cui missione è pregare per il Papa, la Chiesa e tutta la Città del Vaticano. 

La prima udienza di massa concessa da Papa Leone dopo la sua elezione fu rivolta a giornalisti e organi di informazione riuniti a Roma. Nel suo discorso il Santo Padre ha ringraziato i giornalisti che cercano la verità, elogiando il "coraggio di coloro che difendono la dignità, la giustizia e il diritto delle persone ad essere informate, perché solo le persone informate possono prendere decisioni libere".

L’incontro con Sinner e la sua passione per il tennis

Papa Leone XIV è in appassiomnato di tennis, sport che pratica fin da bambino. "Mi considero un tennista dilettante", rivelò l'allora cardinale Robert Prevost nel 2023. Sebbene il suo lavoro di Prefetto del Dicastero per i Vescovi non gli lasciasse molto tempo libero, il cardinale Prevost praticava questo sport ogni volta che poteva. A pochi passi dal palazzo del Sant'Uffizio in Vaticano, dove trascorse gli ultimi anni come Prefetto del Dicastero, si trova la Curia Generalizia degli Agostiniani, dove si recava a pranzo quasi ogni giorno. 

Nei giardini dietro l'Istituto Patristico Agostiniano presso la Curia Generalizia dell'Ordine a cui appartiene il Santo Padre c’è un campo da tennis, dove l'allora cardinale Prevost giocava nel suo tempo libero. Papa Leone XIV ha ricevuto Jannik Sinner e la sua famiglia in Vaticano la mattina di mercoledì 14 maggio. Durante l'incontro, il Santo Padre gli ha chiesto dei suoi recenti incontri nei tornei e ha scherzosamente chiesto: "E mi daresti il tuo posto a Wimbledon?"

Gli amici  agostiniani del Papa

In soli due mesi dalla sua elezione, Papa Leone XIV ha fatto almeno due visite a sorpresa alla Curia generalizia degli Agostiniani a Roma, dove vivono alcuni suoi cari amici. La seconda occasione è stata quella di celebrare il 70° compleanno del Priore generale degli Agostiniani, padre Alejandro Moral, con il quale coltiva una profonda amicizia.  I due si incontrarono al Santa Monica International College quando erano entrambi giovani seminaristi, poco prima che Prevost venisse ordinato sacerdote nel 1982. Le fotografie del pranzo hanno catturato un'atmosfera di gioia, fratellanza e vicinanza, testimonianza di un'amicizia forgiata nel corso degli anni.

Nei video dell'incontro pubblicati sui social media, Leone XIV sorride e ci ricorda che "essere Papa non significa dimenticare o perdere la vocazione agostiniana. Sono vicino a voi e all'Ordine". 

Udienza a Zelensky a Castel Gandolfo

Il 9 luglio, Papa Leone XIV interruppe il suo riposo estivo a Castel Gandolfo per ricevere Volodymyr Zelensky. Si è trattato del loro secondo incontro, dopo il saluto in Vaticano del 18 maggio, durante la Messa inaugurale del pontificato. Durante l'incontro privato, i due leader hanno discusso del conflitto in corso e "dell'urgenza di perseguire vie di pace giuste e durature".

 

In attesa delle grandi decisioni

Se c'è qualcosa che definisce questi primi cento giorni del nuovo Papa, è la sobrietà. Il suo stile è più equilibrato, meno radicale, forse più efficace per la sua capacità di evitare scontri e polarizzazioni. Non è un Papa di gesti, ma di sostanza. Non è un Papa di titoli, ma di testi letti, con calma e ponderazione.

In attesa delle grandi decisioni – viaggi, encicliche, nomine – rinviate a settembre, la linea sembra essere chiara: il Vangelo, il cristocentrismo, la pace, l'unità, la misericordia e il dialogo restano al centro.

Papa Leone è, soprattutto, un uomo di giustizia sociale. I suoi oltre vent'anni di missione in Perù, lo hanno profondamente segnato. Ed è con questa prospettiva che ha esercitato il suo episcopato a Chiclayo. Il suo papato avrà un accento missionario. Vuole raggiungere il cuore del popolo con un linguaggio chiaro, semplice e diretto.

In attesa delle grandi decisioni – viaggi, encicliche, nomine – rinviate a settembre, la linea sembra essere chiara: il Vangelo, il cristocentrismo, la pace, l'unità, la misericordia e il dialogo restano al centro

La sfida prossima sarà sulle future nomine curiali. Leone XIV dovrà formare una squadra affidabile che rappresenti la diversità ecclesiale, senza ricorrere a quote condivise o immobilismo. Gli ambienti interni giudicheranno la sua leadership più in base ai nomi che ai programmi, e qualsiasi decisione può essere interpretata come un segno di rottura o di continuità.

Leone XIV sa che, alla fine, sarà giudicato in base alle nomine di prefetti e "stretti collaboratori" che effettuerà dopo l'estate. Deve formare la sua squadra, bilanciare i divari tra le tendenze ed evitare il rischio di cercare di accontentare tutti senza accontentare nessuno. Sa anche che, sebbene il programma sia importante, l'apparato curiale lo giudicherà più in base ai nomi sull'organigramma curiale che alle sue idee.

Oserà, a esempio, continuare a dare fiducia al cardinale Víctor Manuel "Tucho" Fernández, teologo prediletto del Papa argentino? Confermerà o no il Segretario di Stato Pietro Parolin, o vorrò iniziare con un uomo nuovo al suo fianco? E che ne sarà del Sostituto della Segreteria di Stato Pena Parra? Chi collocherà nel Dicastero dei Vescovi, che conosce così bene per averlo diretto personalmente? Chi sceglierà per guidare il Dicastero del Culto Divino e succedere al cardinale Roche?

È chiaro che lo stile sobrio e meno mediatico di Leone XIV può essere efficace nell'evitare il conflitto, ma dalle prossime nomine dei diretti  e principali collaboratori  rischia di generare disillusione o disimpegno in settori che si aspettano gesti profetici più che parole. 

Nei primi cento giorni del pontificato di Leone XIV, la storia sembra ripetersi. Prevost sembra incarnare il ruolo di Paolo VI: l'uomo dell'equilibrio, del consolidamento e della calma.

Proprio come Paolo VI seppe tradurre lo spirito conciliare nei canali istituzionali e pacificare una Chiesa sconvolta dal Concilio, ora Papa Leone offre, in questi 100 giorni, una leadership serena ma ferma, pronta a costruire ponti e a garantire che il lungo processo di rinnovamento non diventi una guerra di trincea, ma piuttosto un cammino condiviso verso una Chiesa più sinodale, universale e matura.