di Mario Tassone

 

Nei giorni scorsi è venuto a mancare Mario Laganà deputato ed esponente della Democrazia Cristiana calabrese.
Le esperienze consumate ti provocano immenso dolore e smarrimento quando scompaiono amici con i quali hai condiviso lunghi percorsi di impegno civile e politico.

La morte di Mario mi ha colpito. Ho avvertito tutta la caducità della nostra condizione umana difronte il tempo che scorre e porta via amici cari, ma non i ricordi di una vita spesa non inutilmente.

Di Mario Laganà serbo un caro ricordo.
Un uomo impegnato nella sua Locride quando c’era la politica e i Partiti erano un vivaio ricco di energie e di ideali.
Vi erano le correnti che animavano il dibattito non sempre senza vivacità ,rotture che si componevano e si trovava un clima operoso nelle battaglie elettorali.

Era la democrazia che veniva garantita attraverso il confronto,la partecipazione,le emulazioni ed era poi la politica a tradurre il tutto in energie alimentate dagli ideali,da valori che alla fine univano tutti..
La DC ha servito il Paese difendendo la democrazia e la libertà.
Anche gli scontri con gli avversari erano il sale della democrazia.
Mario Laganà non sfuggì mai il confronto interno e con gli avversari senza smarrire il filo conduttore dell’essere democristiano.

Oggi quel mondo non c’è più e i protagonisti se ne vanno portando via un pezzo del cuore di una storia irripetibile.
Si accende la luce dei ricordi che illumina un presente abulico senza progettualità ,senza idee ma solo un manierismo mortificante e una ritualità carica di arroganza e di supponenza di sedicenti statisti di uno Stato che non c’è, sostituito da apparati decidenti senza controllo .

Non c’è politica e il Parlamento è stato sostanzialmente sterilizzato. 

Mario Laganà fu dirigente regionale nella mia prima esperienza di segretario regionale della DC calabrese. C’era tanta passione,c’erano tante idee e infiniti stimoli,c’era tanta voglia di fare.
Era il tempo di Mario Laganà e di tanti di noi.

Poi venne la stagione della violenza.
Chi potrà mai dimenticare l’assassinio di Fortugno Vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, marito della figlia di Mario, Maria Grazia. Fu ucciso un professionista serio,una persona buona, un ottimo padre di famiglia. Questo assassinio debilito’ Mario e ovviamente tutta la famiglia.

Dopo l’assassinio di Francesco Fortugno qualcosa in Calabria è cambiato in peggio.
Dopo aver assistito alla celebrazione religiosa per la santificazione di Padre Gaetano Catanoso con Gianni Letta in rappresentanza del governo il Santo Padre Benedetto XVl , quando Letta ed io andammo a salutarlo secondo il cerimoniale , mi parlò del delitto Fortugno esprimendo tutto Il Suo dolore e la preoccupazione per la nostra terra.

A Maria Grazia ,che è stata anche lei deputata, a suo fratello vanno le condoglianze più vive.
Al fratello di Mario Guido più volte assessore regionale il saluto più caro.
E ’una storia terrena che si spegne ma non i sentimenti e i valori che debbono rivivere per dare senso alla nostra vita! .