IL POPOLO

Politica

Se la politica è l’arte con cui si tenta di dare risposte a livello istituzionale agli interessi e ai valori prevalenti in un dato contesto storico politico, culturale e sociale, a me pare che in questa fase dominata a livello globale dal finanz-capitalismo, gli interessi e i valori del terzo stato produttivo e di quelli popolari, molto difficilmente potranno essere rappresentati da questa nuova compagine politica. In tutta la nostra storia nazionale, dall’unità d’Italia in poi, senza il contributo decisivo delle componenti di area democratico popolare e cristiano sociale, ispirate dalla dottrina sociale della Chiesa, il nostro Paese ha conosciuto solo crisi e difficoltà.
La Democrazia Cristiana torinese ha indirizzato una “Lettera-aperta” ai cristiani di Torino chiamati alla urne il prossimo autunno per rinnovare il Consiglio Comunale e il nuovo Sindaco. Sulla scheda elettorale vi sarà lo Scudo-Crociato della Democrazia Cristiana, il partito che si ispira alla Dottrina sociale della Chiesa. La DC torinese è persuasa che l’impegno politico, non canalizzato in un partito organizzato e popolare, resta subalterno a una visione padronale e oligarchica della politica, supina e compiacente nei confronti del pensiero unico, estraneo ai veri bisogni popolari.
Nella splendida cornice dei Colli Euganei, nei pressi di Villa dei Vescovi, venerdì 21 maggio è stata presentata la ricostituita Democrazia Cristiana nel territorio padovano. Il progetto politico è stato esposto dall’on. Luigi D'agrò, dall’ on. Dino Secco nonché dal dott. Alessio Righele, Commissario DC per Padova e provincia. Hanno dominato la scena tematiche scomparse dal dibattito politico e che hanno coinvolto e catalizzato l’attenzione dei presenti. Ne è emerso il lavoro intenso ma indispensabile che attende la rinata DC: riportare alla luce il fiume carsico che lungo le sue rive permetterà nuovamente il rifiorire della città degli uomini, lambita da un nuovo umanesimo.
«Vogliamo riportare nel panorama della politica un partito che sia soprattutto un partito di ideologie. Se oggi c'è il 52% dei siciliani che non va a votare, ci sarà un motivo ed il motivo è che la gente non si sente rappresentata e non si riconosce negli attuali partiti perché manca il vincolo ideologico». Così il coordinatore regionale della DC siciliana. «Sono nel partito dove c'è Alberto Alessi, figlio di Giuseppe. C'è qualche altro che ritiene di avere un’altra Democrazia Cristiana ma non mi preoccupa perché la Dc sarà degli elettori. La nostra sarà quella con lo scudo crociato», ha concluso».
Pare arrivato il momento nel quale è precipuo guardare avanti con più fiducia, augurandoci che dagli errori si traggano,da parte di tutti, le giuste lezioni per non replicarli. Nell'aprire questa nuova fase, compito cruciale mi pare essere, in primo luogo, esaminare, in seno agli organi di vertice del partito, la praticabilità di una intesa di massima tra gli amici di area interessati al comune cammino, che beninteso non può pregiudizialmente prescindere dal concreto riconoscimento della legittimità del XIX Congresso svolto a Roma il 13-14 ottobre 2018.
La Democrazia Cristiana è una! e pertanto, appare ovvio che non ci possono essere tante DC. Ora, dal momento in cui si è avuta la forte determinazione da parte dei tanti protagonisti, ora in contesa l'un contro l'altro, di farla rinascere, non si capisce poi il tanto adoperarsi per decuplicarne, in mille sembianze, il medesimo nome e il medesimo simbolo, così creando, consapevolmente o meno, il terreno per vanificare qualsiasi buona aspettativa di successo del ritorno in campo del glorioso partito.
Gianfranco Rotondi, con il realismo politico che lo contraddistingue, con la sua lettera carica di amarezza prende atto delle difficoltà sin qui incontrate per il decollo del progetto politico della Federazione Popolare DC, così come quello della formazione di un gruppo parlamentare democristiano insieme agli amici del Centro democratico di Tabacci e ai Verdi, nel segno dell’enciclica di Papa Francesco sulla difesa del creato. Scrive Rotondi: “I due progetti sono fermi. L’Udc non ha formulato alcuna proposta di un congresso straordinario di rifondazione, anzi nel corso della sfortunata degenza dell’on. Cesa il presidente di quel partito ha partecipato a tutte le riunioni del centrodestra chiudendo di fatto la strada a una scelta centrale di riaggregazione ... Ripartiamo dai comuni, là dove nacque e si consolidò l’esperienza politico amministrativa dei cattolici democratici e cristiano sociali...
Dopo le varie sollecitazioni espresse con numerosi documenti a sostegno dell’opportunità-necessità di ricomporre politicamente la nostra area cattolico democratica e cristiano sociale, Ettore Bonalberti pensa che sarebbe utile e opportuno un incontro webinar per fare il punto della situazione. Un primo impegno per la nuova Camaldoli programmatica, della cui organizzazione dovremmo discuterne insieme potrebbe/dovrebbe favorire la successiva convocazione di un’assemblea costituente dei DC e popolari italiani. Attende risposte.
Chi saranno i futuri elettori del Movimento Cinque Stelle? Secondo la mia teoria, “la casta”, oggi come allora, non dovrebbe mutare di molto i propri comportamenti elettorali, sostanzialmente stabili nel confermare fiducia ai partiti che ne garantiscono la funzione e la vantaggiosa sopravvivenza. Più complessa la situazione dei “diversamente tutelati”, che subiscono le conseguenze delle scelte che, pandemia e condizionamenti europei sul recovery fund, impongono alle scelte del governo. Difficile stabilire cosa accadrà con le annunciate riforme della pubblica amministrazione, della giustizia, ecc...
Viviamo una fase politica caratterizzata da partiti che, in larga misura, sono molti distanti da quanto indicato dall’art.49 della Costituzione in materia dei democrazia interna. Lo sfascio dei partiti della Prima Repubblica (1948-1993) e l’avvento del partito-azienda berlusconiano sino al partito etero diretto del M5S della Terza Repubblica, dopo la lunga stagione forza-leghista della seconda, segna il suo limite nella crisi della politica, dopo le soluzioni trasformistiche dei governi giallo verde-Conte 1 e giallo rosa-Conte 2, e la formazione del governo Draghi “senza vincoli di formula politica”.Al deserto delle culture politiche degli attuali partiti, l’avvio di un progetto popolare, ecologista, liberale e riformista, sostenuto dagli orientamenti ideali descritti, rappresenterebbe un bel salto in avanti per la politica, corrispondente alle attese di una vasta platea di cittadini, elettrici ed elettori dell’Italia, al Nord come al Sud del Paese.