IL POPOLO

Politica

Il rimescolamento del sistema politico generato dalla grande coalizione che sostiene Draghi sembra non avere confini nelle tattiche e nelle prospettive di lungo periodo. Mentre Salvini continua con il suo solito stile guascone a recitare due parti in commedia, nella duplice linea di partito di lotta e di governo: tutto nel segno di forte ambiguità, nell’un versante e nell’altro, non volendo correre il rischio di farsi mettere all’angolo dalla ibrida alleanza di governo.
La Federazione Popolare DC, sul modello di quanto fecero i democratico cristiani nel 1943 con l’incontro programmatico di Camaldoli, ha deciso di organizzare il nostro seminario per il programma: “La nuova “visione” del centro politico- Una nuova….Camaldoli”, che si terrà il prossimo 19 Giugno a Roma. E' indispensabile confrontarci sul programma; sulla proposta, cioè, che, come DC e Popolari, intendiamo offrire agli italiani per corrispondere alle attese soprattutto dei ceti medi produttivi e delle classi popolari, quelle che Giorgio La Pira definiva: “le attese della povera gente”.
Sono cicliche e ricorrenti le proposte perché venga ripreso il cammino di riaggregazione per condurre a unità tutte le esperienze che si rifanno ai valori dei democratici cristiani. Mario Tassone ha proposto una grande Assemblea congressuale coinvolgendo tutti, ripristinando la dicitura di "Unione dei democratici cristiani e di centro". L’intento è quello di uscire dal cono d'ombra. Secondo il Presidente del Consiglio Nazionale della DC, Renzo Gubert, rilanciare il succedaneo UDC dopo che pur esso si sia spappolato e abbia fornicato (con suoi leader) con altre identità politico-ideologiche-personalistiche, non pare una strada né attrattiva, né razionale.
Se la politica è l’arte con cui si tenta di dare risposte a livello istituzionale agli interessi e ai valori prevalenti in un dato contesto storico politico, culturale e sociale, a me pare che in questa fase dominata a livello globale dal finanz-capitalismo, gli interessi e i valori del terzo stato produttivo e di quelli popolari, molto difficilmente potranno essere rappresentati da questa nuova compagine politica. In tutta la nostra storia nazionale, dall’unità d’Italia in poi, senza il contributo decisivo delle componenti di area democratico popolare e cristiano sociale, ispirate dalla dottrina sociale della Chiesa, il nostro Paese ha conosciuto solo crisi e difficoltà.
La Democrazia Cristiana torinese ha indirizzato una “Lettera-aperta” ai cristiani di Torino chiamati alla urne il prossimo autunno per rinnovare il Consiglio Comunale e il nuovo Sindaco. Sulla scheda elettorale vi sarà lo Scudo-Crociato della Democrazia Cristiana, il partito che si ispira alla Dottrina sociale della Chiesa. La DC torinese è persuasa che l’impegno politico, non canalizzato in un partito organizzato e popolare, resta subalterno a una visione padronale e oligarchica della politica, supina e compiacente nei confronti del pensiero unico, estraneo ai veri bisogni popolari.
Nella splendida cornice dei Colli Euganei, nei pressi di Villa dei Vescovi, venerdì 21 maggio è stata presentata la ricostituita Democrazia Cristiana nel territorio padovano. Il progetto politico è stato esposto dall’on. Luigi D'agrò, dall’ on. Dino Secco nonché dal dott. Alessio Righele, Commissario DC per Padova e provincia. Hanno dominato la scena tematiche scomparse dal dibattito politico e che hanno coinvolto e catalizzato l’attenzione dei presenti. Ne è emerso il lavoro intenso ma indispensabile che attende la rinata DC: riportare alla luce il fiume carsico che lungo le sue rive permetterà nuovamente il rifiorire della città degli uomini, lambita da un nuovo umanesimo.
«Vogliamo riportare nel panorama della politica un partito che sia soprattutto un partito di ideologie. Se oggi c'è il 52% dei siciliani che non va a votare, ci sarà un motivo ed il motivo è che la gente non si sente rappresentata e non si riconosce negli attuali partiti perché manca il vincolo ideologico». Così il coordinatore regionale della DC siciliana. «Sono nel partito dove c'è Alberto Alessi, figlio di Giuseppe. C'è qualche altro che ritiene di avere un’altra Democrazia Cristiana ma non mi preoccupa perché la Dc sarà degli elettori. La nostra sarà quella con lo scudo crociato», ha concluso».
Pare arrivato il momento nel quale è precipuo guardare avanti con più fiducia, augurandoci che dagli errori si traggano,da parte di tutti, le giuste lezioni per non replicarli. Nell'aprire questa nuova fase, compito cruciale mi pare essere, in primo luogo, esaminare, in seno agli organi di vertice del partito, la praticabilità di una intesa di massima tra gli amici di area interessati al comune cammino, che beninteso non può pregiudizialmente prescindere dal concreto riconoscimento della legittimità del XIX Congresso svolto a Roma il 13-14 ottobre 2018.
La Democrazia Cristiana è una! e pertanto, appare ovvio che non ci possono essere tante DC. Ora, dal momento in cui si è avuta la forte determinazione da parte dei tanti protagonisti, ora in contesa l'un contro l'altro, di farla rinascere, non si capisce poi il tanto adoperarsi per decuplicarne, in mille sembianze, il medesimo nome e il medesimo simbolo, così creando, consapevolmente o meno, il terreno per vanificare qualsiasi buona aspettativa di successo del ritorno in campo del glorioso partito.
Gianfranco Rotondi, con il realismo politico che lo contraddistingue, con la sua lettera carica di amarezza prende atto delle difficoltà sin qui incontrate per il decollo del progetto politico della Federazione Popolare DC, così come quello della formazione di un gruppo parlamentare democristiano insieme agli amici del Centro democratico di Tabacci e ai Verdi, nel segno dell’enciclica di Papa Francesco sulla difesa del creato. Scrive Rotondi: “I due progetti sono fermi. L’Udc non ha formulato alcuna proposta di un congresso straordinario di rifondazione, anzi nel corso della sfortunata degenza dell’on. Cesa il presidente di quel partito ha partecipato a tutte le riunioni del centrodestra chiudendo di fatto la strada a una scelta centrale di riaggregazione ... Ripartiamo dai comuni, là dove nacque e si consolidò l’esperienza politico amministrativa dei cattolici democratici e cristiano sociali...