di Ettore Bonalberti
Avevo scritto ieri mattina questa noterella su facebook: Il governo aveva promesso il blocco navale per contrastare l’immigrazione, ha finito, invece, col bloccare una nave di soccorso di una ONG di italiani, attaccata a colpi d’arma da fuoco da una motovedetta regalata ai libici. Quando ci convinceremo che l’emigrazione dai Paesi della guerra e della fame è un fenomeno di dimensioni straordinarie e richiederebbe adeguate politiche di accoglienza a livello europeo e nazionale?
Alcune persone già democratico cristiane hanno replicato in maniera che non avrei mai pensato, come: finalmente, in appoggio al blocco della nave di soccorso della ONG o, peggio, tipo: per me avrebbero dovuto affondarla. Anche in questo caso si tenta di trovare soluzioni semplici a problemi complessi come quelli di un’emigrazione, fenomeno strutturale di questa complessa fase della storia politica e sociale a livello internazionale.
Nel libro che scrissi nell’anno 2018 alla vigilia delle elezioni europee (2019) titolato: Elezioni europee-La visione dei “ Liberi e Forti”, ho affrontato la questione evidenziando i seguenti dati: Oggi gli africani sono 1,2 MLD nel 2050 saranno 2,4 MLD (interpolazione lineare della popolazione dal 2020 al 2050 con y=(2.4-1.2)/4*x+1.2)*1000 dati in Milioni di abitanti, per decadi X=0,1,2,3,4, si assume quanto segue: nel 2020s x=1 gli africani siano 1.5MLD, nel 2030 x=2 siano 1.8MLD, nel 2040 x=3 siano 2.1MLD, nel 2050 x=4 siano 2.4MLD)
Popolazione Europa oggi 500 MLN nel 2050, 706 MLN (interpolazione lineare della popolazione dal 2020 al 2050 con y=(706-500)/4*x+500) dati in Milioni di abitanti, per decadi X=0,1,2,3,4) si assume quanto segue: nel 2020 x=1 gli europei siano 551.5 Milioni, nel2030 gli europei siano 603 Milioni, nel 2040 gli europei siano 654.5 Milioni, nel 2050 gli europei siano 706 Milioni.
Nel decennio 2020 gli africani sono stimati a 1.5 MLD e gli Europei in 551.5 Mln, si stima che gli africani che vorrebbero migrare in Europa potrebbero essere 6.3%-14% della popolazione, con una pressione demografica potenziale di 94 milioni-210 milioni. Se dal Nord Est Africa iniziasse un trasferimento (business Africa Ferries o Gateway umanitari) con l'attuale legge italiana che concede la cittadinanza dopo 10 anni, in media nel decennio 2020 diverrebbero italiani tra 9.4-21 Milioni d'africani. Sarebbero aspersi in Europa dalla via Greco-Italica circa 84.4 Milioni-189 Milioni d'africani.
Nel decennio 2030 gli africani sono stimati a 1.8 MLD e gli Europei in 603 Milioni, si stima che gli africani che vorrebbero migrare in Europa potrebbero essere 12.5%-26% della popolazione, con una pressione demografica potenziale di 225 milioni-468 milioni. Se dal Nord Est africa iniziasse un trasferimento (business Africa Ferries o Gateway umanitari) con l'attuale legge italiana che concede la cittadinanza dopo 10 anni, in media nel decennio 2030 diverrebbero italiani tra 22.5-46.8 Milioni di persone (oltre la metà dell'attuale popolazione italiana). Sarebbero aspersi in Europa dalla via Greco-Italica circa 202-421 Milioni d'africani.
Nel decennio 2040 gli africani sono stimati a 2.1 MLD e gli Europei in 654.5 Milioni, si stima che gli africani che vorrebbero migrare in Europa potrebbero essere 25%-38% della popolazione, con una pressione demografica potenziale di 525-798 milioni di persone.
Nel decennio 2050 gli africani sono stimati a 2.4 MLD e gli Europei 706Milioni di persone, si stima che gli africani che vorrebbero migrare in Europa potrebbero essere il 50% della popolazione, con una pressione demografica potenziale di 1,2 miliardi È evidente che ci troviamo di fronte a un fenomeno che ha assunto e potrà assumere dimensioni impressionanti destinate a incidere profondamente sugli equilibri geo politici ed economici tra Europa, Africa e il resto del mondo.
È altrettanto evidente che nessuna politica che si limitasse, come da qualche partito e dall’attuale governo si propone, a innalzare barriere, blocchi navali, respingimenti , sarebbe in grado di ostacolare e annullare la spinta di milioni di giovani, affamati e prolifici se non si attiveranno strategie di sviluppo sul grande continente africano.
Che fare allora e quali proposte concrete noi DC e Popolari possiamo avanzare in Italia e nell’Unione europea ? Credo che quanto indicato a suo tempo da Natale Forlani, già dirigente CISL, nel suo documento: “ Per una comunità sicura e accogliente” potrebbe rappresentare il manifesto per una buona politica per l’immigrazione.
Unitamente a quanto l’amico Forlani ebbe a suggerire col suo documento, credo che a livello europeo si dovrebbe proporre:
- di incentrare sulla tutela del diritto a non emigrare gli obiettivi strategici della politica di cooperazione allo sviluppo nazionale ed europea e conseguente lancio di una campagna europea da parte dell‘Italia “portiamo il lavoro in Africa”;
- il potenziamento dei fondi europei per il sostegno alle iniziative promosse su base bilaterale e multilaterale con i paesi di origine dei migranti al fine di promuovere azioni di contrasto delle migrazioni irregolari;
- interventi di sostegno allo sviluppo locale e per la formazione delle risorse umane, anche attraverso programmi di migrazione circolare che prevedano il ritorno nei paesi di origine dei migranti;
- incentivi al partenariato tra microimprese europee e africane ed eliminazione delle barriere all’accesso di microimprese e microprogetti ai grandi programmi europei e internazionali.
- la riforma del Protocollo di Dublino sull’accoglienza dei rifugiati (ovvero superamento del principio che i rifugiati devono essere ospitati nel Paese di prima accoglienza);
- lo sviluppo a pieno regime di canali ufficiali UE di accesso con apposite procedure volte a contrastare il traffico di esseri umani attraverso le rappresentanze europee negli Stati d’origine;
- promuovere la creazione di un’effettiva Polizia di Frontiera UE attraverso una revisione della normativa vigente sulla guardia di frontiera e costiera europea, attribuendole il compito di intervenire a supporto degli Stati aderenti che lo richiedano, per fronteggiare i flussi di ingresso irregolari con azioni di contrasto, accertamento e gestione dei procedimenti di ricollocazione dei migranti irregolari non in possesso dei requisiti di protezione internazionale;
- la predisposizione dei piani di sostegno per l’accoglienza ripartizione dei relativi oneri e la ricollocazione dei profughi con norme ispirate a più stringente solidarietà tra gli Stati membri UE con decisioni vincolanti assunte a maggioranza qualificata del Consiglio dei ministri UE.
Questo, credo, dovrebbe essere un modo corretto di affrontare un tema complesso come quello dell’immigrazione dai Paesi della fame e della guerra, al di là della propaganda e senza scadere in polemiche dozzinali e di nullo valore culturale e politico.