di Ruggero Morghen
Lo zio Francesco Mario – lo abbiamo ricordato in un precedente intervento - si occupava di Giuseppe Mazzini e delle Pasque veronesi. Il babbo Carlo Alberto, magistrato e vera star dei raduni cattolici della tradizione (dove era assai apprezzato relatore), si interessava di Inquisizione vista come “un punto cruciale nella storia della Chiesa”, di framassoneria alla conquista sempre della Chiesa e di educazione sessuale intesa quale “tappa massonica verso l'annientamento dell'uomo”. Tra l’altro fu presidente d’onore della giuria nel Premio letterario nazionale “Giuseppe Federici”, celebrato a Rimini e presieduto dal prof. Massimo de Leonardis.
Ora babbo Agnoli, non pago dei tanti studi effettuati (le sue antiche riflessioni su Giordano Gamberini sono ancora riprese e commentate), si occupa di Teilhard de Chardin (“lo sto vedendo”, dice espressivamente) e dei suoi legami col martinismo. “Conosco questo teologo da molti anni – ci dice a questo proposito il domenicano padre Giovanni Cavalcoli -, ma non ho mai sentito parlare di questa cosa. Tuttavia non mi stupirei che tali legami ci siano effettivamente stati, perché la teologia di Teilhard è una forma di materialismo gnostico, che può ben sposarsi con l’esoterismo massonico”.
Dal canto suo il figlio di Carlo Alberto, Francesco Agnoli, respirando in famiglia la fede cattolica e il gusto della scrittura, esordì nel 2002 con una riflessione sulla “Filosofia della luce. Dal Big Bang alle cattedrali” per proseguire poi con testi quali “Scienziati, dunque credenti. Come la Bibbia e la Chiesa hanno creato la scienza sperimentale”. Nei Quaderni di San Giorgio usciva frattanto “La grande illusione”.
Il periodico online “Corrispondenza romana” presenta Francesco Agnoli come ottimo apologeta cattolico (la vecchia, abbandonata, ripudiata apologetica!), collaboratore di molte testate di primo piano ed autore assai prolifico. Piuttosto recente è un suo studio sulla politica per l’editore trentino Reverdito, “con riflessioni filosofiche – spiega una nota di edizione – ed esempi storici, collegando passato e presente per fornire non solo conoscenza del nostro passato, ma anche una chiave di lettura del tempo presente”. In un altro saggio – lo nota Fabrizio Cannone – egli “ci offre uno spaccato della storia della carità cristiana verso malati, poveri, pazzi e moribondi, notando che coloro che han davvero a cuore l’anima del prossimo son portati coerentemente a prendersi cura anche delle debolezze dei corpi con lo zelo di chi è stato, da Dio in Cristo, amato e curato per primo”.
Un capitolo importante dell’impegno e dell’attività pubblicistica di Francesco è la sua collaborazione col Movimento per la vita trentino, che ha peraltro editato un suo opuscolo dal titolo “Filosofia della nascita”. Per Cantagalli è uscito poi il suo “Alcide Degasperi. Vita e pensiero di un antifascista che sconfisse le sinistre”. Agnoli assicura che, fin da giovane, lo statista trentino “si nutriva della lettura del Vangelo e di classici della spiritualità, che lo accompagneranno tutta la vita, come l’Imitazione di Cristo”. Ricorda però che, come asserito dallo storico Craveri, Degasperi non partecipò in modo significativo allo spirito costituente essendogli estraneo l’umanesimo integrale maritainiano che ne ispirò i lavori da parte democristiana.