IL POPOLO
![Il Popolo - Chiesa](/images/headers/testata-chiesa.jpg)
Chiesa
![Il Popolo - Chiesa](/images/headers/testata-chiesa.jpg)
Da quasi tre decenni l’ONU riunisce quasi tutti i Paesi della terra per i vertici globali sul clima – chiamati COP – ovvero ”Conferenza delle Parti”. Da allora il cambiamento climatico è passato dall’essere una questione marginale a diventare una priorità globale. In questo contesto, credo sia interessante rileggere l'Enciclica di Papa Francesco Laudato Si’ circa la cura per la casa comune. Il capitolo assume i migliori frutti della ricerca scientifica oggi disponibile in materia ambientale per ascoltare le grida della creazione e per trasformare in sofferenza personale quello che accade al mondo, e così riconoscere qual è il contributo che ciascuno può portare.
Da quasi tre decenni l’ONU riunisce quasi tutti i Paesi della terra per i vertici globali sul clima – chiamati COP – ovvero ”Conferenza delle Parti”. Da allora il cambiamento climatico è passato dall’essere una questione marginale a diventare una priorità globale. In questo contesto, credo sia interessante rileggere l'Enciclica di Papa Francesco Laudato Si’ circa la cura per la casa comune. Il testo si compone di 192 pagine e 6 capitoli e 246 paragrafi più due orazioni finali. E' stata pubblicata il 18 giugno 2015.
Nella chiesa parrocchiale di Borgo Valsugana, l’arcivescovo Lauro ha presieduto, nella serata di giovedì 19 agosto, la tradizionale s. Messa nell’anniversario della morte di Alcide De Gasperi e all’indomani della Lectio degasperiana di Pieve Tesino. L’arcivescovo di Trento ha annunciato la volontà di “ricavare nuove perle” dallo “scrigno senza fondo che è l’umanità di Alcide De Gasperi”. “Una prima perla – spiega – è la profondità dei suoi scritti, dove la parole non sono mai eccessive, ma sobrie, incisive, pensate una ad una, mai contraddistinte dalla retorica, senza sbavature”.
Non c'è dubbio che la proposta di Fratelli Tutti, sia nella Chiesa che nel nostro mondo, sia condannata a essere un documento che lentamente dinamizzerà un modo contro-culturale di essere cittadino e cristiano. La spiritualità del Buon Samaritano è una spiritualità del cuore, l'unico capace di avvicinarci a chi soffre con un cuore misericordioso. Saremo capaci noi cristiani di prendere il programma di questa enciclica e contagiare nel nostro ambiente, a partire dalle nostre azioni quotidiane, questa cultura, questo modo di vivere di Gesù, il Buon Samaritano?
L’ultimo capitolo di questa Enciclica è dedicato alle religioni e al loro ruolo al servizio della fraternità. Le religioni raccolgono secoli di esperienza e di sapienza, e dunque devono partecipare al dibattito pubblico così come la politica o la scienza (cfr 275). La violenza non trova il suo fondamento nelle convinzioni religiose, ma nelle loro deformazioni. Gli atti tanto "esecrabili" quanto gli atti terroristici, quindi, non sono dovuti alla religione, ma ad interpretazioni errate di testi religiosi, nonché a politiche di fame, povertà, ingiustizia, oppressione.
Di grande attualità in un mondo lacerato da violenze e guerre, è il messaggio del capitolo 7, “Percorsi di un nuovo incontro” (225-270) dal quale emerge come una proposta di itinerario per la riconciliazione dei popoli laddove “c’è bisogno di artigiani di pace disposti ad avviare processi di guarigione e di rinnovato incontro con ingegno e audacia”. Il Papa riflette sul valore e sulla promozione della pace e sottolinea che essa è legata alla verità, alla giustizia e alla misericordia.
Dai verbi che si sono rincorsi nella lettera enciclica Fratelli Tutti se ne ricava un fonema portante: dialogo. Nasce anche il concetto di vita come "arte dell'incontro" con tutti, anche con le periferie del mondo e con i popoli nativi, perché "qualcosa si impara da tutti, nessuno è inutile. Parlare della “cultura dell'incontro” significa che come popolo ci appassiona cercare di ritrovarsi, cercare punti di contatto, costruire ponti, proiettare qualcosa che includa tutti.
Una vera perla dell’Enciclica è il capitolo V, “La migliore politica” (154-197), quella posta al servizio del vero bene comune (cfr 154), che dovrebbe essere oggetto di attento studio da parte della nostra classe politica e di chi si interessa del bene comune e del governo della cosa pubblica. Una delle forme di carità più, preziose perché è al servizio del bene comune e conosce l'importanza delle persone, intesa come categoria aperta, disponibile al confronto e al dialogo.È anche compito della politica trovare una soluzione a tutto ciò che viola i diritti umani fondamentali, come l'esclusione sociale; il traffico di organi, tessuti, armi e droga; sfruttamento sessuale; lavoro schiavo; terrorismo e criminalità organizzata. Forte è l'appello del Papa ad eliminare definitivamente la tratta, la "vergogna per l'umanità" e la fame, che è "criminale" perché il cibo è "un diritto inalienabile".
Il quarto capitolo dell'enciclica Fratelli tutti: “Un cuore aperto al mondo intero” (128-153), sviluppa alcune delle conseguenze dell'affermazione centrale dell'intero documento: tutti gli esseri umani sono fratelli. Come tutte le grandi verità, anche questa è ricca di conseguenze pratiche. Basta metterla in relazione ad alcuni problemi del nostro tempo, perché questi si illuminino di nuova luce e si comincino a trarre nuove soluzioni. Questo è ciò che fa il Papa in questo quarto capitolo. Se non si vuole ridurla a mera astrazione, la verità della fratellanza universale “pone una serie di sfide che ci allontanano, ci costringono ad assumere nuove prospettive e sviluppare nuove reazioni” (128).
Papa Francesco dedica il capitolo terzo di Fratelli tutti a Pensare e generare un mondo aperto. Comprende 40 numeri ed è uno dei più lunghi dell'intero documento. Si può dire che in esso il Papa pone le basi dottrinali di tutta la sua esposizione. Da qui il suo interesse. Il capitolo inizia con alcune parole del Concilio Vaticano II che richiamano uno degli insegnamenti più belli e profondi di san Giovanni Paolo II nella prima delle sue encicliche. "L'essere umano, scrive Papa Francesco, è fatto in modo tale che non si realizza, non si sviluppa, né può trovare la sua pienezza" se non è nella dedizione sincera di sé agli altri" (87).