Civiltà della guerra o civiltà del lavoro?
Come mai il tema della guerra ha un fascino così alto nelle menti degli scrittori e degli esseri umani in genere tanto da trovare sempre nelle opere letterarie un posto preferenziale rispetto al tema del lavoro? L’interrogativo ci viene riproposto dall’esame dell’opera più famosa dei poeti latini, Publio Virgilio Marone (70-19 a.C.), noto, proprio per la sua enorme fama, col solo nome di Virgilio. A questo punto dovremmo iniziare un discorso molto lungo sulla “natura” degli esseri umani i quali mostrano di sentire per la letteratura che ha come tema la guerra, un’attrazione molto più forte che per la letteratura che ha per tema il lavoro. O in altre parole provano un’attrazione più forte per una convivenza nella quale prevalgono l’odio, la discordia, la guerra, la morte che non per una convivenza fondata sul rispetto, sulla concordia, sul lavoro, sulla vita.