IL POPOLO

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Si è tenuto venerdì u.s. nel Salone delle Bandiere del Comune di Messina un ampio e partecipato convegno sui vari aspetti della disabilità. Pippo Previti, della segreteria della DC ha spiegato le ragioni del titolo: “Disabilitati”, in quanto si rileva, non solo dalle istituzioni, un certo disinteresse verso i soggetti con disabilità, come se si fosse spenta l’attenzione verso questi nostri fratelli. Eppure, ha continuato Previti, la civiltà di una comunità si misura nel modo in cui si prende cura dei suoi membri più fragili. Alla fine del convegno si è stabilito, considerata la vastità degli argomenti di affrontare singolarmente i vari temi, approfondendone tutti gli aspetti.
Con il 6,50% dei voti e 5 deputati la Democrazia Cristiana torna da protagonista nella più alta Istituzione rappresentativa in Sicilia. La D.C.siciliana, in questo scenario, ha coerentemente seguito una linea politica di conferma delle tradizionali alleanze elettorali rivendicando al tempo stesso la sua caratterizzazione identitaria di partito centrista e popolare. Il Partito ha radici profonde nella storia e nella cultura politica del nostro Paese, ma guarda al futuro per costruire una D.C. aperta agli apporti più qualificati della società con una classe dirigente rinnovata e largamente partecipata da giovani e donne.
Si è tenuto al Teatro di Cristo Re di Messina il convegno: "Il ruolo dei cattolici in Politica, dalla Rerum Novarum a Fratelli Tutti". L’evento fortemente voluto dal dott. Giuseppe Previti e dalla prof.ssa Rosalia Schirò ha registrato la presenza come relatori di Don Samuele Le Donne della Diocesi di Messina, Lipari e Santa Lucia del Mela, con specializzazione in Dottrina Sociale della Chiesa e laurea conseguita presso l’Istituto Pastorale “Redeptor Hominis” della Pontificia Università Lateranense a Roma e il sindonologo nonché studioso di Dottrina cristiana l’avv. Ernesto Dimitri Salonia. A moderare l’incontro l’avv. Silvana Paratore.
La Democrazia Cristiana di Roma, in continuità con la sua tradizionale collocazione centrista, nel riconoscere la più ampia libertà di voto, invita i propri elettori a tenere in debita considerazione i partiti e le formazioni politiche che richiamano nei loro programmi valori e ideali compatibili con gli assi portanti del nostro progetto politico, cristianamente ispirato. Confida nel fatto che in ogni scelta non si trascurerà la convinta connotazione europeista e la fattiva partecipazione al difficile processo di integrazione permanente nel solco dei suoi principi fondanti.
Sabato 3 settembre u.s., ad Asiago, si è tenuta la direzione regionale della Democrazia Cristiana. È stato approvato il documento di indirizzo in vista delle imminenti consultazioni nazionali del 25 settembre prossimo. In questo frangente elettorale la DC vicentina guarda con attenzione allo schieramento del centro – luogo scelto dall’attuale terzo polo – riconosciuto come distinto da chi ossessivamente appare concentrato solo sui temi dei diritti civili e distante da chi è ambiguo sull’Europa e sull’atlantismo.
In riferimento a quanto pubblicato su questo giornale il 13 luglio scorso in merito al Convegno “Ne’ Eutanasia..Ne’ Atomiche”, promosso dal comitato Civiltà dell’Amore e dalla Democrazia Cristiana di Roma e Lazio, è doveroso dar conto dei significativi interventi svolti dagli esimi Relatori. Nel concludere i lavori Luigi Rapisarda ha ribadito l’impegno della Democrazia Cristiana di Roma a tenere vivo il dibattito su temi così cruciali e ad affermare in ogni latitudine il valore della vita affinché non sia soverchiata dalla cultura dello scarto e della morte.
Si è svolto il 6 luglio scorso a Roma in Largo Argentina, Palazzo Besso, il Convegno “Né Eutanasia ... Né Atomiche” promosso dal comitato Civiltà dell’Amore e dalla Democrazia Cristiana di Roma e Lazio. Il convegno è stato introdotto dal videomessaggio inviato da Sua Ecc. Mons. Vincenzo Paglia, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita. Parole che, come un monito, hanno reso a tutti la consapevolezza che neanche un solo momento può essere sprecato nella mobilitazione delle coscienze a difesa del bene supremo. Siamo grati a S. E. Mons. Vincenzo Paglia per averci voluto onorare delle Sue parole nel sostenere questa nostra iniziativa.
La Democrazia Cristiana, sezione di Roma e Lazio, prende atto con vivo compiacimento dell’esito favorevole della Sentenza, n.10654/22, emessa dal giudice Goggi della XVI sezione del Tribunale di Roma, il 4 luglio scorso, con cui si rende giustizia della corretta procedura seguita dai promotori dell’Assemblea dell’Ergife svoltasi il 26.02.2017, che ha consentito la rimessa in moto dell’attività statutaria del partito. E la conclusione non può essere che una sola: ossia che in ottemperanza ai deliberati di quell’assemblea del 26.02.2017, il segretario della Democrazia Cristiana ,che fu di don Sturzo, De Gasperi e Moro, non può essere altri se non chi venne eletto con il XIX Congresso, svoltosi a Roma il 13-14.10.2018, ossia Renato Grassi.
La Democrazia Cristiana di Roma, in questo momento storico, caratterizzato dai tanti eventi di portata planetaria che si stanno succedendo, dal Covid, alla brutale guerra in Ucraina, non intende restare inerte, proponendosi promotrice di pace, che passa, in primo luogo da un Disarmo nucleare globale da parte di tutte le potenze detentrici di queste armi capaci di provocare l’ecatombe del genere umano, e in concomitanza da una valida e duratura ridefinizione dei rapporti internazionali improntati al rispetto reciproco e al leale riconoscimento dei confini di ciascun popolo, oltre che alla più ampia tutela della vita, sin dal concepimento.
Luigi d'Agrò ha rianimato la Dc nel Vicentino. In una intervista a un giornale locale ha dichiarato: "Puntiamo a raccogliere i tanti dc nell'animo in circolazione. In trent'anni c'è stata una diaspora in molte formazioni politiche, ma se si offre un polo di attrazione possono tornare. Potremmo presentarci alle elezioni per il sindaco l'anno prossimo". Nulla di anomalo per la città che era "l'anticamera del Vaticano" per antonomasia, dove la Democrazia Cristiana non si limitava solo a vincere, ma a stravincere, relegando gli altri partiti al ruolo di pesciolini rossi.